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Digitalizzazione delle PMI italiane: opportunità da 10 miliardi

 Digitalizzazione delle PMI italiane: opportunità da 10 miliardi

Negli ultimi anni, la digitalizzazione delle piccole e medie imprese (PMI) italiane ha assunto un ruolo centrale nel dibattito economico, rivelando un potenziale di crescita considerevole. Danilo Broggi, Presidente del Centro per la Cultura d’Impresa ed ex Presidente Nazionale della Confapi, ha recentemente messo in luce un dato significativo: la digitalizzazione delle PMI potrebbe portare a un aumento di ricavi extra pari a 10 miliardi di euro. Ma qual è lo stato attuale delle PMI italiane in questo percorso? E quali sfide e opportunità ci attendono nel prossimo futuro?

La fotografia attuale: dove siamo arrivati?

Le PMI costituiscono il cuore pulsante dell’economia italiana. Secondo i dati Istat, esse rappresentano oltre il 90% del tessuto imprenditoriale e danno lavoro a più di 16 milioni di persone. Tuttavia, nonostante questo ruolo chiave, molte di esse faticano ad adottare tecnologie digitali in modo completo e integrato. Secondo Broggi, siamo ancora a uno stadio di sviluppo in cui molte aziende italiane, soprattutto le più piccole, non hanno ancora pienamente abbracciato la trasformazione digitale. Se da un lato esistono eccellenze che hanno saputo cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia, dall’altro ci sono molte imprese che non riescono a superare la tradizionale diffidenza verso l’innovazione. Servono peraltro nuove competenze.

  1. Scarsa consapevolezza del potenziale: Molti imprenditori non sono ancora pienamente convinti dei benefici concreti che la digitalizzazione potrebbe portare alla loro azienda. Non si tratta solo di migliorare l’efficienza operativa, ma anche di aprire nuovi mercati e segmenti di clientela, aumentare la produttività e ridurre i costi. Non è un caso che il rapporto “European B2B E-commerce Report 2023” di EcommercEurope sottolinei come il 68% delle PMI europee che hanno adottato soluzioni di e-commerce B2B abbiano registrato un aumento delle vendite internazionali.
  2. Mancanza di competenze: La carenza di competenze ICT è uno dei principali ostacoli alla piena digitalizzazione. L’Italia, infatti, è l’ultima in Europa per numero di laureati in ICT (Information and Communication Technology). Questo non è solo un dato preoccupante, ma rappresenta un problema di fondo: le competenze digitali necessarie per garantire alle aziende tutti gli strumenti possibili per crescere scarseggiano. Di conseguenza, le PMI si trovano a contendersi le poche risorse qualificate presenti sul mercato, alimentando una competizione che rallenta ulteriormente il processo di innovazione.
  3. Limitazioni economiche: Nonostante il potenziale di guadagno, l’investimento iniziale necessario per implementare soluzioni digitali può sembrare troppo oneroso per molte piccole imprese, soprattutto in un contesto di incertezza economica.
  4. Burocrazia e regolamentazioni: Le PMI devono spesso affrontare una burocrazia pesante, che può rallentare l’adozione di nuove tecnologie. Il peso della burocrazia rimane ancora un problema da risolvere.

Opportunità per il futuro: perché la digitalizzazione è imprescindibile

La riflessione di Broggi si concentra sul fatto che, nonostante queste difficoltà, la digitalizzazione rappresenta una leva fondamentale per rilanciare la competitività delle PMI italiane. I 10 miliardi di ricavi extra stimati deriverebbero non solo dall’efficienza interna, ma anche dall’espansione verso nuovi mercati grazie all’e-commerce, al potenziamento dei processi produttivi grazie all’AI e IOT, all’utilizzo e analisi dei big data per comprendere meglio le esigenze dei clienti e trovare maggiore efficienza. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente accelerato questa consapevolezza, facendo emergere come la tecnologia possa garantire continuità operativa anche in momenti di crisi. Le aziende che hanno saputo adottare modelli di business digitali sono quelle che hanno meglio affrontato l’impatto della pandemia. Inoltre, il **Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)** offre un’occasione irripetibile per accelerare la trasformazione digitale delle imprese italiane, così come la recente Industria 5.0. Le risorse stanziate permetteranno alle PMI di accedere a finanziamenti e incentivi per modernizzare le proprie infrastrutture tecnologiche e formare il personale, in una logica di maggiore sostenibilità ambientale. In particolare, l’integrazione di tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things o la blockchain, potrebbe aprire scenari competitivi e di mercato completamente nuovi.

Le PMI italiane tra resistenza e innovazione: le parole di Broggi

Danilo Broggi sottolinea che il cambiamento non è solo una questione tecnologica, ma culturale. “Le imprese devono adottare una nuova mentalità – spiega – che veda nella tecnologia non come un problema da affrontare ostacolo, ma un alleato per crescere”. In altre parole, la digitalizzazione non è solo un processo tecnico, ma richiede una riorganizzazione interna, una visione strategica orientata al lungo termine e una maggiore attenzione all’innovazione. Un altro tema sollevato da Broggi è l’importanza del networking e della collaborazione. Le PMI italiane, spesso abituate a operare in maniera indipendente, potrebbero trarre enorme vantaggio dalla creazione di reti anche digitali, sia a livello nazionale che internazionale. Piattaforme digitali e sistemi di scambio dati condivisi possono offrire economie di scala, permettendo anche alle imprese più piccole di competere su mercati globali.

Una sfida che vale la pena affrontare

Il cammino verso la piena digitalizzazione delle PMI italiane è ancora lungo, ma i benefici economici e strategici sono innegabili. Le imprese che sapranno cogliere questa opportunità avranno maggiori possibilità di crescere, innovare e competere a livello globale. Il ruolo delle istituzioni sarà cruciale nel favorire questa trasformazione, offrendo incentivi concreti e riducendo le barriere burocratiche. Come sottolinea Danilo Broggi, siamo di fronte a un bivio: continuare a percorrere la “vecchia” strada, rischiando di rimanere indietro, o abbracciare l’innovazione, aprendo la porta a nuove opportunità di crescita e sviluppo. Con 10 miliardi di ricavi extra in gioco e una forte necessità di colmare il divario di competenze ICT, la scelta appare evidente: la digitalizzazione non è più un’opzione, ma una necessità. Il 2024 si prospetta come un anno di speranza e recupero per l’economia italiana, segnando una svolta decisiva dopo un biennio caratterizzato da incertezza e difficoltà finanziarie.

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Redazione Corporate Community

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