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La comfort zone

 La comfort zone

Antonella Villa, business coach e fondatrice di CLO Center

La comfort zone è una dimensione interiore, è il nostro quartiere generale mentale. La nostra “casa”. É una cella perfetta, anche, quando ci limita e ci fa vedere ogni cambiamento, o ciò che è sconosciuto, come possibile pericolo. Siamo nella zona confortevole anche quando non riusciamo a trovare via d’uscita dai modelli che ci portano a scegliere soluzioni note, che magari non funzionano piú. Ci accontentiamo del concetto “qualcosa, è meglio di niente”. Questo è un modo di agire che alla lunga, si ritorce contro quello stesso spazio che chiamiamo casa: ci fa vivere solo i suoi limiti.

I requisiti 

Una relazione professionale insoddisfacente, di cui ci lamentiamo in continuazione, funziona da comfort zone nella misura in cui tutto è prevedibile e avendo familiarizzato con certi meccanismi, ci fa sentire tranquilli: non corriamo rischi inutili. Il vantaggio è rappresentato da queste affermazioni: Qui sono riconoscibile, non sono uno qualunque, ho un mio posto. Appartengo. Così come lo è quella che chiamiamo inettitudine di colleghi e capi: un’etichetta rassicurante che ci permette di continuare a fare quello che stiamo facendo! E ci autorizza a sentirci migliori di loro. La comfort zone è, in realtà, un’area interiore dove tutto è familiare, prevedibile, certo. Dove il nostro cervello può lavorare in economia, con pochi dati, poiché fa fronte a tutto quello che gli manca con ciò che già conosce dal passato. Ricorre costantemente all’esperienza. passata a discapito di quella nuova. Questo è ciò che accade e ci fa comprendere il motivo per il quale solitamente siamo riluttanti a uscire dalla zona di comfort. È così pratica, familiare, economica. Conosciamo i pensieri e i sentimenti che circolano, sappiamo il tipo di vita che vi si conduce. A volte ci annoiamo, ma rimaniamo lì lo stesso, perché quello che sta fuori lo immaginiamo peggio. Ci blocchiamo perché ci sentiamo inadatti, impauriti.  Abbiamo il timore di fallire e di farci male. Uscire dalla zona comoda vuol dire metterci dentro qualcosa di diverso, modificare questo setting, raccogliere nuovi dati e processarli, valutare opzioni anche emotive! Cambiare un’abitudine, una convinzione, fare qualcosa in altro modo vuol dire anzitutto spezzare vecchi modelli di pensiero, rinunciare agli schemi, alle risposte ai perché, alle certezze costruite in anni. Tutto questo ha prima di tutto a che fare con una vera e propria “tempesta emozionale” ed energetica. Le convinzioni limitanti, ci limitano, più spesso ci impediscono, di uscire dalla comfort zone e trovare soluzioni ai nostri problemi: è il loro ruolo di custodi, ci mettono al riparo dalle tempeste emotive, dove diventiamo più vulnerabili.

Dunque, come fare a superarle, realizzando pienamente se stessi?

L’ottima notizia è che le convinzioni, poiché si formano e radicano, si possono trasformare e sradicare. Quando una convinzione-custode risulta autolimitante per noi e ne prendiamo consapevolezza, possiamo agire su di essa e trasformarla in una convinzione potenziante, che ci sostiene, ci da forza e crea un nuovo spazio mentale. Occorre del tempo, e l’allenare nuove abilità, affinché la convinzione potenziante si installi in modo permanente. Talvolta il processo è molto più rapido, poiché il nostro cervello ci fornisce le risorse di cui abbiamo bisogno: sono quelli che chiamiamo haha! moment, un’Eureka! Una prima competenza fondamentale per cominciare ad allargare, ad espandere la nostra comfort zone è quella di aumentare, come dice Paolo Borzacchiello, la nostra intelligenza linguistica. Abbiamo già parlato negli articoli precedenti, del legame indissolubile fra linguaggio, pensiero e comportamenti; ancora una volta ne evidenziamo la necessità per la nostra evoluzione umana, per la realizzazione delle nostre aspirazioni. Il primo passo ha proprio a che fare con questo, il cambiare il linguaggio con il quale ci parliamo, il nostro dialogo interno: da lì partiranno i nuovi passi per influenzare gli altri. Nel percorso Relationshift (Empower your Leadership) incontreremo le moltissime competenze utili per raffinare questa intelligenza linguistica che, sostenuta da come noi influenziamo noi stessi, si confronta poi con gli altri. Un’intelligenza che traduce come riusciamo ad essere guide influenti per gli altri, a migliorarne la qualità della vita.
Per avere tutte le info sul percorso e per poterti iscrivere, prenota la tua call gratuita con me.
Sarò felice di rispondere a tutte le tue domande.

 

 

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Redazione Corporate Community

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