Che cosa significa operare nella complessità?

Antonella Villa, business coach e fondatrice di CLO Center
La realtà non è fatta di cose, è fatta di RELAZIONI. Anche i pensieri lo sono: sono collegamenti, ovvero sono anch’essi la sintesi di relazioni, proiezioni di relazioni. Più il pensiero va lontano, più si estende, si amplia, e più mette in relazione, costruisce una rete dalla trama sempre più fitta. E in questo processo, la rete di relazioni assolutamente personale, prende forma la realtà. Quello che ciascuno chiama realtà è dunque un concentrato di significati e collegamenti personali, anche quando condivisi, e pertanto incerti.
Questo è il cuore della teoria sistemica a me tanto cara e tanto inclusa nel mio approccio di Business Coaching. Dunque, ritorniamo al concetto della realtà costituita da relazioni. Abitare la dimensione organizzativa significa “fare continua esperienza” di queste relazioni, delle implicazioni che emergono, delle prospettive differenti che si aprono, delle situazioni che si generano. Abitare questa dinamica significa vivere da Leader, fluttuando in una costante incertezza.
Il percorso di Relationshift, il nuovo Group Coaching che ho realizzato per voi, ha proprio questo obiettivo: agevolarvi nello sviluppo personale, utile e necessario, per acquisire la migliore gestione delle situazioni e delle dinamiche di relazione nelle organizzazioni complesse, costantemente in evoluzione e movimento. Il desiderio è proprio quello di darvi le chiavi e gli strumenti indispensabili per aprire queste relazioni, conoscerne i significati e poi agire per ottenere i risultati che vi siete posti di realizzare. Difficilmente ci si pensa come “intervenienti” negli eventi relazionali che accadono nei contesti che abitiamo. Soprattutto quelli lavorativi. Non parlo quindi solo delle dimensione relazionale con le persone, parlo di tutte le relazioni, pensieri e convinzioni, che intratteniamo con i processi, con le metodologie, con gli obiettivi, le performances. Tutte queste dimensioni relazionali abitano in noi e noi le abitiamo in un determinato modo.
Più comunemente, rispetto a quanto accade a noi o ai nostri colleghi, ci limitiamo semplicemente a osservare passivamente, in qualche modo a “subire”, sviluppando solo opinioni, giudizi, reazioni emotive, che involontariamente matureranno pensieri che alimenteranno convinzioni e blocchi nella nostra mente. Si fatica ad accettare e comprendere il nostro coinvolgimento diretto, nei molteplici piani relazionali, sollecitati dalle tante interazioni, che si manifestano all’interno delle organizzazioni. Noi abitiamo, viviamo l’azienda in un determinato modo, ovvero un modo che definiamo a priori e che a sua volta determina le risposte che otteniamo. Questa è la ragione per la quale vale la pena di conoscerlo, di sapere come abitiamo, per influenzare le risposte che riceviamo.
In ogni evento, in ogni comunicazione, in ogni relazione, si realizzano numerosi scambi, ciascuno con una specifica direzione e ciascuno generatore di pensieri:
· da me verso di me (la mia visione del mondo, i miei valori, chi sono)
· da me verso gli Altri (le convinzioni su ciò che credo giusto e sbagliato)
· dagli Altri verso di me (la mia immagine e la mia identità)
· dagli Altri agli Altri (i giudizi e le deduzioni che costruisco)
Conoscere quale relazione stiamo privilegiando, oltre a quella con noi stessi, farne esperienza consapevole, per promuovere un nuovo comportamento più in linea con le aspettative e i bisogni, è esattamente la trasformazione che porta il percorso Relationshift. Condividere questa esperienza e beneficiare contemporaneamente del potente feedback del gruppo, accelera inevitabilmente, e velocemente, la trasformazione desiderata.
Un’evoluzione personale veloce e determinante.