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Ecco come scegliamo dove investire: Jonathan Pacifici (Sixth Millennium)

 Ecco come scegliamo dove investire: Jonathan Pacifici (Sixth Millennium)

In un panorama globale in continua trasformazione, dominato da crisi geopolitiche, nuove regolamentazioni e una competizione tecnologica sempre più serrata, orientarsi nel mondo degli investimenti richiede una visione chiara e la capacità di leggere le tendenze prima che diventino mainstream. Lo sa bene Jonathan Pacifici, partner del fondo Sixth Millennium, realtà attiva nel venture capital con una forte impronta internazionale e un focus mirato su startup israeliane ad alto contenuto tecnologico. “Oggi i settori su cui davvero vale la pena puntare sono tre: il farmaceutico, l’intelligenza artificiale e il quantum computing”, afferma Pacifici. “Sono ambiti che rappresentano non solo il presente ma soprattutto il futuro, dove l’innovazione può generare impatti sistemici e opportunità di ritorno estremamente significative”.

Una visione costruita sull’evidenza storica

Per Pacifici, l’innovazione non è una scommessa cieca, ma un percorso razionale che parte dalla lettura della storia tecnologica: “La storia dell’innovazione dimostra che la maggior parte degli investimenti di successo ha avuto origine da settori inizialmente considerati di frontiera. Il punto non è seguire la moda, ma saper vedere dove si stanno formando le onde lunghe della trasformazione”. È in questo quadro che il quantum computing entra con forza nella strategia di Sixth Millennium. “Parliamo di una tecnologia che oggi è agli albori, ma che promette di rivoluzionare ambiti interi, dalla crittografia alla modellazione molecolare. Chi saprà posizionarsi ora, potrà raccogliere risultati enormi nel medio-lungo periodo”, aggiunge.

Il controllo dell’EBITDA come criterio di disciplina

Nonostante la spinta verso l’innovazione, la selezione delle aziende da parte di Sixth Millennium è guidata da criteri rigorosi. “Il controllo dell’EBITDA è sicuramente un fattore determinante. Non ci interessa solo il potenziale, vogliamo vedere un percorso credibile verso la sostenibilità economica. L’innovazione, per essere solida, deve essere accompagnata da una gestione efficiente”. Questo approccio permette al fondo di mantenere una visione chiara anche in contesti di elevata incertezza, evitando derive speculative o progetti senza fondamenta.

Solo startup non quotate, con radici in Israele

Una peculiarità del fondo è la scelta di operare esclusivamente su realtà non quotate. “Il nostro obiettivo è entrare in fase iniziale, quando possiamo davvero fare la differenza nel definire la traiettoria di crescita. E operiamo quasi esclusivamente nell’ecosistema israeliano delle startup, che da decenni si conferma uno dei più dinamici e innovativi al mondo”, spiega Pacifici. Israele, spesso definita la “Startup Nation”, è terreno fertile per chi cerca soluzioni tecnologiche all’avanguardia, spesso con un DNA fortemente ingegneristico e applicazioni scalabili a livello globale.

Un orizzonte paziente, ma attivo

La filosofia di investimento di Sixth Millennium è lontana dall’idea del guadagno rapido. “Facciamo investimenti a lungo termine. Cinque o sei anni è il nostro orizzonte minimo per cominciare a vedere risultati concreti”, sottolinea Pacifici. Nel frattempo, il fondo non resta alla finestra: “Restiamo nel board delle aziende partecipate. Il nostro è un coinvolgimento attivo: aiutiamo la governance, portiamo competenze, apriamo relazioni. È così che si costruisce valore duraturo”.

Un ecosistema in trasformazione

L’approccio di Pacifici e di Sixth Millennium si inserisce in un contesto globale in cui l’investimento in tecnologia è sempre più strategico, non solo per i ritorni economici ma anche per le implicazioni geopolitiche e sociali. “Chi investe oggi in AI, pharma e quantum computing non sta solo cercando rendimento. Sta contribuendo a modellare il futuro. Per questo, servono visione, competenza e pazienza. Ma i risultati, se si è coerenti, arrivano”, conclude.

 

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Redazione Corporate Community

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