Ecco come scegliamo dove investire: Guido Acampora

In un mondo economico sempre più complesso e in rapido cambiamento, saper costruire una strategia di investimento efficace è diventato un vero e proprio mestiere. Per capire come si muovono oggi gli esperti nel panorama della finanza d’impresa, abbiamo incontrato il Dott. Guido Acampora, consulente di lunga esperienza e profondo conoscitore del mercato. Abbiamo parlato di diversificazione, rischio, aziende quotate e non, ma anche di ESG, governance e obiettivi d’investimento. Ne è venuto fuori un ritratto chiaro e appassionato di chi vive la finanza con metodo, lungimiranza e realismo.
Diversificare con Metodo: Non Solo una Parola
“Diversificare non è un concetto astratto, è il punto di partenza per costruire qualcosa di solido”, ci spiega Acampora. La sua analisi parte sempre da alcuni pilastri ben definiti: crescita degli utili e dei dividendi, solidità finanziaria, prospettive del settore. “Ma non bastano i numeri. L’analisi del rischio, sia a livello di azienda che di contesto macroeconomico, è sempre centrale”, aggiunge. Ogni azienda viene osservata sotto diverse lenti: si considerano indicatori classici come il Price/Earnings e il Price/Book Value, ma anche la crescita del fatturato, la redditività, il livello di indebitamento e la liquidità. Il tutto senza dimenticare un’analisi puntuale del Value-at-Risk (VaR), uno strumento fondamentale per capire quanto si rischia davvero.
Quotate o Non Quotate? Dipende dall’Equilibrio
Uno dei nodi più interessanti riguarda la scelta tra aziende quotate e non quotate. “Le prime offrono maggiore liquidità e sono più facili da comprare e vendere”, spiega. “Ma proprio per questo tendono anche a essere più volatili“. Le non quotate, al contrario, possono offrire maggiore stabilità, ma pongono sfide operative diverse. “È sempre una questione di equilibrio tra accessibilità e prevedibilità“, chiarisce Acampora. Ogni decisione va pesata in base al tipo di investitore, all’orizzonte temporale e agli obiettivi.
Oltre il Bilancio: Il Peso della Governance e dei Fattori ESG
Durante la conversazione emerge un tema sempre più cruciale: quello dei fattori extra-finanziari. “Il bilancio è solo una parte della storia”, ci dice. “La governance, cioè come è gestita l’azienda, e la qualità della leadership sono elementi chiave”. Non solo: oggi un’analisi seria non può prescindere dai criteri ESG – Environmental, Social e Governance. “Un’azienda che ignora l’ambiente, i diritti sociali o non ha trasparenza nella gestione è un investimento fragile, anche se i numeri sono buoni”, osserva. Inoltre, Acampora presta attenzione anche all’esposizione geografica e alle materie prime con cui l’azienda lavora. “Un’esposizione sbilanciata può rappresentare un rischio nascosto, soprattutto in tempi incerti come questi”.
Investire, Non Controllare: Una Strategia Chiara
Quando gli chiediamo come si comporta una volta effettuato un investimento, il Dott. Acampora è molto chiaro: “Non sono un fondo di private equity. Non entro nella gestione operativa delle aziende in cui investo”. Il suo approccio è più simile a quello di un investitore attento e disciplinato. “L’uscita dall’investimento è pianificata fin dall’inizio, sulla base di obiettivi chiari di rendimento. Non ci sono innamoramenti o improvvisazioni”. Dall’intervista con Guido Acampora emerge un messaggio forte: investire oggi richiede visione, disciplina e senso critico. Non basta inseguire i rendimenti o leggere i bilanci. Serve una visione d’insieme, che tenga conto di numeri, persone, contesti e impatti futuri. “Investire non è scommettere“, conclude Acampora. “È scegliere con attenzione dove mettere risorse e fiducia. E farlo con metodo, sempre“.