Dal costo all’investimento: la nuova economia della sicurezza nelle PMI

Per anni la sicurezza è stata percepita come un costo da sostenere, una voce di bilancio da “pagare” per evitare sanzioni. Nelle PMI, dove i margini sono ridotti e la liquidità deve essere tutelata, questa mentalità è ancora diffusa. Tuttavia, i dati mostrano un’altra realtà: gli infortuni generano perdite significative in termini di fermo impianti, assenteismo, premi assicurativi, consulenze legali e clienti persi. Nel 2024 le denunce di infortunio in Italia hanno superato le 511.000 unità (esclusi gli studenti), mentre nei primi sette mesi del 2025 si sono già registrate 244.495 denunce, confermando un trend elevato. Numeri che evidenziano chiaramente l’impatto economico sul sistema e sulle aziende.
Sicurezza: da costo a investimento con ritorno misurabile
Oggi la domanda giusta non è più “quanto costa formare?”, ma “quanto rende prevenire?”. Gli studi internazionali lo confermano: la U.S. OSHA segnala che oltre il 60% dei CFO dichiara un ROI pari o superiore a 2:1 per ogni dollaro investito in prevenzione, con benefici legati a produttività e riduzione dei costi. Parallelamente, lo studio ISSA/DGUV “Return on Prevention” calcola un rapporto benefici/costi medio di 2,2 nelle aziende che adottano sistemi OSH strutturati. La meta-analisi di numerosi interventi dimostra che oltre la metà genera un ROI positivo: la sicurezza non è un pedaggio, ma un capitale produttivo.
Priorità di investimento secondo i dati europei
I dati UE evidenziano che costruzioni e trasporti/logistica registrano le incidenze più alte di infortuni (fino a 2.961 casi non mortali per 100.000 occupati nel settore costruzioni), seguiti da altri comparti ad alta intensità operativa. Per molte PMI italiane, ridurre probabilità e gravità degli eventi significa proteggere EBITDA, liquidità e competitività. La sicurezza diventa quindi un tema di risk management applicato ai processi operativi.
Formazione efficace: dal corso tradizionale all’ingegneria dei comportamenti
Il nuovo Accordo Stato-Regioni (17/04/2025) richiede la verifica annuale dell’apprendimento con metodologie attive e prove tracciabili: attestati e slide non bastano più, servono evidenze osservabili. Soluzioni come Sicurezza100% integrano Serious Game tracciabili, report granulari per il management e pannelli fisici e video 3D settimanali che trasformano i risultati in presidio continuo nei reparti. Pronte all’uso e scalabili su smartphone e tablet, queste soluzioni portano il training direttamente dove avviene il lavoro.
“La sicurezza non è un costo, è un investimento che produce ritorni misurabili: meno infortuni, meno cause, più produttività.” – Daniele Sarselli, CEO Edugames | Sicurezza 3D
Il valore della sicurezza su tre assi
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Economico: riduzione di giorni persi, scarti e rilavorazioni, premi assicurativi stabili, continuità operativa migliorata.
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Legale: report digitali e tracce d’apprendimento rafforzano la posizione aziendale in caso di incidenti o ispezioni.
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Reputazionale: clienti e partner premiano le imprese che dimostrano controllo dei rischi e responsabilità verso le persone.
Strumenti come Safety Day And Sicurezza100% consolidano consapevolezza, misurano l’efficacia e mantengono alto l’engagement, trasformando il “corso” in ingegneria dei comportamenti supportata dai dati.
Sicurezza come asset strategico per le PMI
Per le PMI che competono su tempi, qualità e affidabilità, la sicurezza diventa un asset strategico. Le statistiche INAIL mostrano la dimensione del problema, Eurostat indica dove si concentrano i rischi, OSHA e ISSA dimostrano che il ROI è reale e misurabile. Soluzioni innovative come Serious Game, Sicurezza100%, Safety Day, pannelli e video 3D traducono queste evidenze in processi operativi concreti, dati difendibili e miglioramento continuo. Passare dal costo all’investimento non è uno slogan: è una scelta che protegge margini, persone e reputazione.