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Debito buono e debito tossico: la droga delle PMI

 Debito buono e debito tossico: la droga delle PMI

Nel panorama delle piccole e medie imprese italiane si sente spesso affermare che “c’è troppo debito”. In realtà il debito non è il nemico: il problema è che molte aziende non sanno usarlo. Quando impiegato in modo strategico, può diventare una leva formidabile per crescere; quando invece serve solo a coprire falle, diventa una dipendenza che porta lentamente al collasso.


Debito buono: la leva che genera crescita

Il debito buono finanzia investimenti che producono valore nel tempo. È quel capitale che viene impiegato per acquistare macchinari, implementare nuove tecnologie, digitalizzare processi, aumentare la capacità produttiva, sviluppare nuovi prodotti o entrare in mercati più redditizi. Ogni euro preso a prestito diventa così un acceleratore sano, capace di aumentare le marginalità e generare nuova cassa.


Debito tossico: finanziare la sopravvivenza

Diverso è il debito tossico, il finanziamento al circolante usato per coprire problemi strutturali che l’azienda non riesce a risolvere con la gestione ordinaria. È quando si anticipano fatture solo per pagare stipendi arretrati, quando una linea di credito diventa l’unico modo per colmare buchi quotidiani, quando persino un mutuo viene acceso per far fronte all’IVA. In questi casi non si sta gestendo l’impresa: si sta semplicemente sopravvivendo. E la sopravvivenza, nel lungo periodo, è un fallimento che avanza un giorno alla volta.


La banca non è un Bancomat aziendale

Troppe imprese trattano la banca come un Bancomat, da cui prelevare ogni volta che la liquidità scarseggia. Questo comportamento peggiora l’affidabilità creditizia, aumenta il costo del capitale e riduce drasticamente la credibilità dell’azienda. Il debito usato per tamponare l’emergenza non risolve nulla: è solo un analgesico che nasconde il dolore senza curare la causa.


Regola aurea: il debito deve generare ritorno

Esiste un principio semplice per capire se un debito è sano oppure no: deve aumentare le marginalità e generare cassa. Se ogni euro preso a prestito non produce almeno 1,20 euro di ritorno, significa che si sta scavando la propria fossa finanziaria, semplicemente distribuendo il peso in comode rate mensili. Il debito non è di per sé un male. Diventa un problema solo quando viene usato per restare a galla, invece che per costruire valore. Le PMI che imparano a utilizzarlo come strumento strategico, e non come ancora di salvataggio, diventano più solide e più competitive. La domanda che ogni imprenditore dovrebbe porsi è semplice: il mio debito mi sta facendo crescere o mi sta solo permettendo di sopravvivere?

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Corporate Community Editorial Team

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