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Gli imprenditori non capiscono la finanza. La subiscono

 Gli imprenditori non capiscono la finanza. La subiscono

Ogni volta che sento dire “abbiamo i numeri sotto controllo”, mi viene da sorridere.
I numeri non si controllano, si interpretano.
E chi non li capisce nel contesto giusto finisce per essere un contabile con un titolo più lungo.

La finanza aziendale non è burocrazia: è strategia, visione e capacità di leggere il rischio. È la differenza tra chi gestisce e chi guida davvero un’impresa.


La finanza aziendale non è un foglio Excel

Il problema è culturale. Troppi imprenditori e manager vedono la finanza come una funzione di servizio, utile solo a chiudere bilanci, fare budget e giustificare risultati.
Ma la vera finanza aziendale è decisione strategica: è comprendere quanto rischio ci si può permettere, quale struttura di capitale protegge l’impresa e quando è il momento di cambiare rotta.

Un imprenditore che non capisce la finanza è pericoloso, perché prende decisioni alla cieca, basandosi sulle sensazioni invece che sui dati. E quando la finanza viene subita anziché compresa, diventa un vincolo anziché una leva.


Sapere quanto costi davvero

Il WACC, il costo medio ponderato del capitale, non è un concetto teorico da manuale universitario. È la tassa reale che ogni impresa paga alla propria struttura finanziaria.
Ogni punto percentuale in più di costo del capitale è margine che svanisce. Chi sa misurarlo, decide con lucidità. Chi non lo fa, si affida alla speranza.

E un’azienda che spera, invece di pianificare, è già in difficoltà.


“Abbiamo liquidità in banca” non significa niente

Avere liquidità non è un segnale di forza, ma un sintomo da interpretare. Se la liquidità resta ferma, significa che l’impresa non sa dove investirla. Se manca, significa che sta finanziando la propria inefficienza attraverso il debito.

Ogni euro in azienda ha un destino, e se non è l’imprenditore a deciderlo, sarà il mercato a farlo al suo posto.


Il CFO strategico: mezzo economista, mezzo psicologo

Il CFO moderno non è solo un tecnico dei numeri, ma un interprete del comportamento economico. Deve prevedere le mosse di banche, mercati, clienti e persino del proprio board.
La finanza aziendale, infatti, non è soltanto analisi: è una disciplina del comportamento, capace di anticipare le reazioni del sistema economico.

Chi comprende questa logica guida il futuro dell’impresa. Chi la ignora, resta sempre un passo indietro, costretto a reagire.


La verità è semplice

La finanza non è fatta di numeri, ma di scelte. È sapere quando prendere debito, quando vendere un asset, quando fermarsi. Tutto il resto è contabilità, e la contabilità, da sola, non salva nessuno.


Conclusione: la lucidità è la vera ricchezza

Le aziende non falliscono per mancanza di ricavi, ma perché nessuno sa leggere la struttura economica che li genera.
Il futuro non sarà dei più grandi, ma dei più lucidi. Di chi usa la finanza non per contare il passato, ma per costruire il domani.

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Corporate Community Editorial Team

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