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Italia e PMI: sfide di produttività e scalabilità nel contesto globale

 Italia e PMI: sfide di produttività e scalabilità nel contesto globale

Il panorama economico italiano si trova oggi di fronte a sfide cruciali, non solo per la sua crescita, ma anche per la sua capacità di competere su scala globale. Uno studio recente del McKinsey Global Institute ha messo in evidenza due temi centrali per il futuro delle piccole e medie imprese (PMI) italiane: il gap di produttività e la bassa scalabilità. Si tratta di due problematiche che, secondo Danilo Broggi, presidente del Centro per la Cultura d’Impresa ed ex Presidente Nazionale della Confapi, potrebbero limitare gravemente la competitività del nostro paese nel medio e lungo termine. Ma come interpretare questi risultati e quali possono essere le soluzioni per superare tali ostacoli?

Il gap di produttività: una questione strutturale

La produttività, in Italia, è un nodo complesso. Lo studio di McKinsey evidenzia che, a differenza di altri paesi industrializzati, l’Italia fatica a migliorare questo indicatore, soprattutto nel settore delle PMI. Secondo Broggi, il gap di produttività non è soltanto una questione di arretratezza tecnologica e/o di mancanza di investimenti in innovazione. È anche il risultato di una struttura economica troppo frammentata, dove le piccole imprese – pur essendo il motore dell’economia nazionale – spesso non dispongono delle risorse e delle competenze per trasformarsi in organizzazioni altamente efficienti e competitive. Non possiamo poi considerare il peso della burocrazia e altri temi che stanno fuori dal recinto delle imprese e che frenano lo sviluppo. Questo problema si acuisce quando le aziende italiane, per lo più a conduzione familiare, trovano difficoltà nel crescere oltre una certa soglia di mercato. ”Piccolo è bello” non funziona: questa peculiarità, in un contesto globale che premia la dimensione e l’efficienza, rischia di diventare un freno.

La scalabilità delle PMI italiane

Oltre alla produttività, la scalabilità delle PMI italiane rappresenta un altro grande punto debole. Scalabilità significa la capacità di un’azienda di aumentare il proprio fatturato e/o il proprio raggio d’azione senza subire aumenti proporzionali nei costi. Le imprese italiane, in molti casi, non riescono a fare questo salto. La mancanza di una visione strategica a lungo termine, unita a una diffusa cultura imprenditoriale tradizionale, fa sì che molte aziende rimangano piccole e locali, piuttosto che cercare di espandersi a livello nazionale o internazionale. Danilo Broggi sottolinea come, per affrontare questa sfida, sia necessario un cambiamento radicale nella mentalità delle PMI italiane e una più attenta e peculiare attenzione da parte dei policy makers. Se da una parte esistono imprese d’eccellenza che hanno saputo scalare e internazionalizzarsi, dall’altra una vasta maggioranza resta ancorata a mercati limitati e in costante stagnazione. La mancanza di apertura verso le nuove tecnologie digitali, l’insufficiente accesso ai mercati globali e un sistema burocratico complesso costituiscono ulteriori barriere alla scalabilità.

Le prospettive future: verso una nuova economia imprenditoriale?

Quale sarà, dunque, il futuro delle PMI italiane? Danilo Broggi offre una riflessione profonda su questo tema. La sua analisi non è soltanto una diagnosi delle problematiche attuali, ma anche un invito a pensare al futuro con maggiore ambizione e apertura. Secondo Broggi, l’Italia ha tutte le potenzialità per colmare il gap di produttività e migliorare la scalabilità delle sue imprese, ma è necessario investire con opportuna selettività e in maniera mirata, nonchè superare ataviche problematiche che minano la nostra capacità competitività: burocrazia, difficoltà di accesso al credito, tempi della Giustizia.

1. Innovazione tecnologica: Le PMI devono abbracciare la digitalizzazione, non solo come strumento per migliorare l’efficienza interna, ma anche per aprirsi a nuovi mercati e modelli di business. L’automazione, l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati possono offrire soluzioni potenti per migliorare la produttività e creare economie di scala.

2. Formazione e competenze: Il capitale umano rappresenta il cuore pulsante di qualsiasi impresa. Investire nella formazione, in particolare nelle competenze digitali e manageriali, sarà fondamentale per garantire che le PMI possano affrontare con successo le sfide presenti e future.

3. Politiche pubbliche e supporto istituzionale: Broggi sottolinea anche l’importanza di un quadro normativo e fiscale che favorisca la crescita delle imprese. La semplificazione burocratica, l’accesso facilitato al credito e incentivi mirati per l’innovazione possono fare la differenza. tra un’azienda stagnante e una in rapida espansione.

4. Collaborazione e reti di impresa: In un mondo globalizzato, le PMI italiane devono saper collaborare tra loro e costruire reti di partnership per raggiungere nuovi mercati. La condivisione di competenze, risorse e contatti può rappresentare una strada efficace per superare i limiti di dimensione e risorse che caratterizzano molte imprese italiane. Non solo: ma anche un diverso rapporto tra le poche grandi imprese italiane la loro subfornitura, tipicamente PMI. In grande sintesi, una evoluzione da fornitore a partner. Una delle raccomandazioni dello studio di MCKINSEY va proprio in questa direzione: si parla infatti di “a win-win economic fabric”.

Una sfida da cogliere

L’Italia si trova davanti a un bivio. Da un lato, il gap di produttività e la bassa scalabilità rappresentano ostacoli concreti alla crescita delle PMI; dall’altro, però, queste difficoltà possono essere viste come opportunità di cambiamento e miglioramento. Danilo Broggi esprime un ottimismo cauto, convinto che, con le giuste politiche (industriali, fiscali e riforme) e un cambiamento nella mentalità imprenditoriale, l’Italia possa tornare a essere competitiva sullo scenario internazionale e crescere come merita. Il futuro delle PMI italiane dipenderà dalla capacità di adattarsi alle nuove dinamiche globali, puntando su innovazione, competenze e collaborazione. Solo così sarà possibile colmare il gap di produttività e permettere alle imprese di crescere e prosperare in un mondo sempre più interconnesso.

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Corporate Community Editorial Team

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