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Responsabilità penali: il rischio più grande non è l’infortunio, ma il tribunale

 Responsabilità penali: il rischio più grande non è l’infortunio, ma il tribunale

Un infortunio sul lavoro rappresenta sempre un evento drammatico, ma per un imprenditore il colpo più duro spesso arriva dopo: l’aula di tribunale. In Italia, il quadro normativo è chiaro e sempre più stringente.

Dal 17 aprile 2025, con l’entrata in vigore del nuovo Accordo Stato-Regioni, la formazione sulla sicurezza sul lavoro non può più essere un adempimento formale. La legge richiede una verifica annuale dell’efficacia, tramite metodologie attive e tracciabili. In altre parole, attestati e firme non bastano più.


Chi rischia davvero in caso di infortunio sul lavoro

Se si verifica un infortunio, il datore di lavoro, i dirigenti, l’RSPP e, in alcuni casi, anche gli HR manager, possono essere chiamati a rispondere in sede civile e penale.

I numeri evidenziano la portata del rischio: nel 2024, in Italia sono state registrate 1.041 denunce di infortunio mortale, mentre le denunce totali hanno superato le 500.000. Ogni caso può dare origine a procedimenti giudiziari lunghi e costosi, con spese legali, sanzioni, aumenti dei premi INAIL e danni reputazionali.

Secondo stime di settore, il costo medio di un infortunio si aggira sui 64.000 euro, ma nei casi gravi tra penali e civili l’impatto può superare i 100.000 euro.


La responsabilità non è solo etica: è personale

In assenza di prove documentabili, un giudice può stabilire che l’azienda non ha fatto tutto il necessario per prevenire gli incidenti. Per questo sono fondamentali evidenze tracciabili: dati concreti che dimostrino che la formazione è stata erogata, recepita e compresa.

Strumenti innovativi come i Serious Game di Sicurezza100% diventano decisivi. Ogni partita registra risposte, errori, tempi e scelte dei lavoratori, generando report automatici che evidenziano aree critiche. In caso di indagine, questi report dimostrano che l’azienda ha attuato misure reali e misurabili.

Pannelli informativi personalizzati e video 3D settimanali completano il percorso, trasformando la formazione in un presidio continuo e documentabile.

“Oggi la domanda non è più se hai fatto formazione, ma se puoi dimostrarne l’efficacia. Questo cambia tutto.” – Daniele Sarselli, CEO Edugames | Sicurezza 3D


Perché la sicurezza sul lavoro è anche un investimento economico

Evitare un procedimento giudiziario ha un valore incalcolabile, soprattutto per le PMI, che rappresentano oltre il 90% delle imprese italiane. Queste aziende, spesso prive di riserve finanziarie, rischiano che un singolo processo comprometta la continuità aziendale.

Secondo l’EU-OSHA, le imprese che investono in una cultura della sicurezza riducono sensibilmente l’incidenza degli incidenti e, di conseguenza, il rischio legale. A livello europeo, i settori più colpiti restano costruzioni, logistica e manifatturiero, proprio quelli dove le PMI sono più presenti.


Come trasformare la formazione in tutela legale

Con Safety Day, le aziende possono attivare una verifica sul campo direttamente nei reparti produttivi, senza fermare la produzione. I lavoratori partecipano al Serious Game, i dati vengono raccolti e analizzati, e il management riceve un report post-evento che fotografa i rischi reali.

Con Sicurezza100%, questo approccio diventa ciclico e continuo: ogni anno l’azienda può dimostrare di aver effettuato verifiche attive, tracciate e collegate a contenuti di rinforzo.


Conclusione: nel 2025 la sicurezza è protezione legale e patrimoniale

La sicurezza sul lavoro non si esaurisce nell’obbligo formativo. È tutela legale, continuità aziendale e protezione patrimoniale. Nel 2025 non basta più “aver formato”: bisogna dimostrarlo.

La differenza tra un’azienda che regge e una che crolla può decidersi davanti a un giudice, sulla base di un report digitale.

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Corporate Community Editorial Team

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