Un esempio per capire la relationshift

Antonella Villa, business coach e fondatrice di CLO Center
Siamo nella sessione dedicata al secondo pilastro, la MAPPA dell’organizzazione.
Un partecipante, direttore marketing in un’azienda produttiva di commodities, racconta il proprio case: “E’ impossibile portare una proposta al mio capo perché, nonostante sia l’amministratore delegato Italia, non capisce niente di marketing e si limita a dirmi – non l’abbiamo mai fatto, è inutile nel nostro mercato, tanto operiamo con delle commodities”.
Durante la sessione gli chiediamo: “Che cos’è allora per te una proposta?”
Lui: “Beh, è un piano di lavoro organizzato, con i tempi, i costi, la pianificazione delle risorse.
E dunque, rispondo: “Questa non è una proposta, è un programma di lavoro!”
Lui: “Ma se non fosse così strutturato e dettagliato, di sicuro, non lo accetterebbe.”
Il linguaggio: “Cosa rende sicuro il fatto che il tuo capo non lo accetterebbe?’
Lui: “ Non sarebbe professionale se lo facessi”
Nei fatti lui porta al suo capo una proposta ma per il capo è un Business Plan.
Inoltre, il giudizio “non sarebbe professionale, non è del suo capo ma il suo nei confronti di sè”, una convinzione che occorre far evolvere.
E allora: “Se uno dei tuoi collaboratori ti portasse una proposta già perfettamente definita nei dettagli e nei tempi, già operativa, che effetto ti farebbe?”
“Beh, siccome è un piano o glielo accetto o glielo casso…”
Rifletto: “Ecco appunto, questo è ciò che accade”
Da lì il partner ha compreso che cosa di diverso poteva fare: invece di andare dal suo capo con il piano, ci va con un’idea: “cosa ne dici se provassi a lavorare su questo?”. Un’idea che prende forma in quella sede lì, apparentemente, perché lui ha già chiara la forma, ma per il capo è la prima volta che essa si materializza. Nella sessione successiva, un altro partner riferisce “ Da quando ho compreso la differenza tra il piano e la proposta, ovvero tra un documento formale e l’altro, ho iniziato ad agire diversamente riscuotendo grande successo. Non ho più ricevuto un rifiuto in questi 20 giorni!”. E ancora il primo partecipante condivide nella sessione successiva: ‘Anche per me è stato un cambio di passo grandioso. Pensate che un paio di miei colleghi e pari grado, di altre direzioni, mi hanno chiesto di portare le loro proposte “perché tanto a te non dice mai di no!”. Ho voluto portare questi esempi per farti toccare con mano e comprendere meglio la ricaduta pratica immediata, gli strumenti tangibili che in 10 sessioni si possono portare a casa. La metodologia di lavoro, il Group Coaching, fa da volano e moltiplicatore dei possibili cambi di prospettiva e delle competenze che si possono facilmente acquisire e applicare dal giorno stesso.